Menti disabitate

animalsIl 19 giugno 2009 a Villair di Quart il presidente Augusto Rollandin e i suoi due fedelissimi Giovanni Barocco (sindaco di Quart) e Manuela Zublena (assessora all’inceneritore) hanno presentato la strategia di smaltimento rifiuti adottata dal governo regionale. Era presente al tavolo dei relatori anche il direttore dell’Arpa Giovanni Agnesod.

La sala era piena, molta gente in piedi (me compreso).

Il succo della serata, al netto della Propaganda e degli eccessivi ringraziamenti al Presidente perché “dialoga” (non dovrebbe essere normale che gli amministratori rendano conto di ciò che fanno con i nostri soldi della nostra aria?), è il seguente.

1) Non si farà più il termovalorizzatore (inceneritore) di Brissogne. La stravagante spiegazione data da Giovanni Agnesod (di questa saggia decisione) è che i tecnici autori dello studio che lo indicava come soluzione al problema dello smaltimento (bruciando la discarica) avevano usato dati sbagliati nel valutare il suo impatto sull’ambiente. Si erano basati su dati tipici degli Stati Uniti  invece che sulla reale situazione valdostana (!!!). Saranno stati cancellati dall’elenco dei consulenti della Regione? Pare di no, a giudicare dalla piccata risposta di Rollandin a una cittadina che accusava i tecnici di connivenza con il potere politico.
Non è stato però spiegato perché la delibera regionale sulla nuova strategia di smaltimento non dice che l’ipotesi di bruciare la discarica sia scartata, ma soltanto “momentaneamente sospesa”.

2) sarà realizzata una centrale termoelettrica (molto inquinante) ad Aosta (malgrado non sia per nulla necessaria, visto che la regione produce già energia in sovrabbondanza con le centrali idroelettriche) per la produzione di energia elettrica (Rollandin ha parlato anche di energia pura, di cui nessuno scienziato mondiale aveva finora mai sospettato l’esistenza), alimentata da “cippato”, metano e rifiuti (quelli che la Propaganda chiama più elegantemente Cdr-q, combustibili da rifiuti di qualità, e che il quotidiano La Stampa spaccia per caramelle). Questo forno-inceneritore, che funzionerà a pieno regime per tutto l’anno e non solo d’inverno (come invece fanno gli impianti di riscaldamento) sarà utilizzato anche per alimentare la rete di teleriscaldamento.

3) Il teleriscaldamento, secondo la valutazione di impatto ambientale effettuata dall’Arpa, anche fingendo che funzioni solo d’inverno peggiora l’impatto sull’ambiente rispetto alla situazione attuale (!!!) come ha candidamente confessato Agnesod, guardato in cagnesco da Rollandin (che per questo gli laverà il capo). In compenso, udite udite, Agnesod ci assicura che i fumi del camino, secondo i raffinati studi dell’Arpa, si dirigeranno verso una zona disabitata. Non è stato spiegato dove sarebbe questa zona (sarà mica il quartiere Dora?), né se il prodigioso camino direzionale sia stato brevettato, perché non ci risulta posto al mondo dove abbiano già realizzato una tale mirabilia.

4) I Cdr-q saranno prodotti con un impianto Tmb (Trattamento Meccanico Biologico). Poi, come detto, saranno bruciati nell’inceneritore della centrale termoelettrica di Aosta (travestita da teleriscaldamento). Di bruciarli fuori Valle non se ne parla. Bruciandoli ad Aosta la società di gestione della centrale guadagnerà soldi a palate, grazie agli incentivi statali. Rollandin giustifica questa scelta con la barzelletta secondo cui non dobbiamo essere egoisti. Ma la realtà è diversa: il problema dello smaltimento dei rifiuti deve essere visto secondo un’ottica nazionale. Se ogni comunità di centoventimila abitanti si costruisse un proprio inceneritore, in Italia dovrebbero esserci cinquecento inceneritori, mentre ce n’è una cinquantina. I conti non tornano. Infatti gli inceneritori già in funzione sono sovradimensionati (e se si facesse la giusta politica dei rifiuti a livello nazionale dovrebbero diventare sempre di meno, fino a scomparire), e in un’ottica nazionale (e razionale) sarebbe logico che i Cdr-q prodotti in Valle fossero trasportati in un inceneritore piemontese già in funzione. Questo sarebbe anche un incentivo all’aumento della percentuale di raccolta differenziata. Bruciando i rifiuti in Valle, invece, questo obiettivo tanto sbandierato anche dall’assessora all’inceneritore non sarebbe mai raggiunto. Serviranno tanti rifiuti da trasformare in Cdr-q, per bruciare questi ultimi nell’inceneritore di Aosta. E’ interesse della Telcha, partecipata al 49% da Cva. Altro che raccolta differenziata.

4 pensieri su “Menti disabitate

  1. il mio pensiero corre e simpatizza per il buon Giovanni Agnesod: cosa non si deve dire e fare per guadagnarsi lo stipendio da direttore in questa miserevole regione e in questo miserevole paese.
    Caro Giovanni, ascolta il consiglio di vecchi dirigenti che consigliavano in situazioni del genere il seguente comportamento: il silenzio. Un silenzio molto eloquente.

    Al comune di Aosta vogliono farci credere che il risultati di un appalto non sia da attribuire ad un politico, ma ad un dirigente. O non si è capito niente della riforma della PA, o si fa finta di non capire (ovviamente l’ipotesi corretta è la seconda).

    E la riforma della 45/95? Qualcuno mi dice che quel che si sta preparando è peggio di quello che già c’é.

    Ma perché scrivo ancora?

    In fondo, quel che avviene in questo paese non mi interessa più.

  2. … e vederlo portato a spasso in incontri e dibattiti pubblici come un cagnolino al guinzaglio.

  3. siccome fabrizio favre, nel suo blog, celebra i fasti continui e progressivi di CVA (o meglio è la CVA che si autocelebra) e dintorni, parlandoci anche di teleriscaldamento che avrebbe già avuto il parere positivo del VIA (ma vale ancora la pena parlare di questi pareri ad uso del principe?), avevo scritto che una cosa diversa sarebbe invero sconcertante, visto che la CVA produce energia elettrica (ultimamente ridefinita e ribattezzata, come riportato da Vincenzo, da illustri ed illuminati Newton nostrani come “energia pura”: siamo forse alla vigilia della scoperta di Dio da parte di un fisico nostrano?), energia elettrica, dicevo, con acqua corrente (costo zero) e la rivende allo stesso prezzo di chi la produce con oli minerali, gasolio e carbone.
    Siccome fabrizio favre sembra avere qualche difficoltà a pubblicare la mia osservazione (ma potrebbe essere una semplice dimenticanza), la riporto quì, chiedendo scusa sia a Vincenzo che a Fabrizio.
    Liberalizzazione del mercato all’italiana o alla valdostana?
    Credo che non ci sia alcuna differenza.
    Anche qui ci sono però i cuculi che fanno soldi a palate (sempre gli stessi), ma questo è un altro discorso.

Lascia un commento