Rollandin santone subito!

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Enrico Martinet, nell’intervista ad Augusto Rollandin (La Stampa, 4 luglio), non ha fatto domande su decisioni folli che procureranno danni immensi alla comunità valdostana: l’inceneritore e l’ampliamento a est dell’ospedale, tanto per dirne due. Nessuna domanda sul governo Berlusconi e sulla svolta a destra dell’UV dopo l’accordo (mascherato) con il Pdl, né sull’accordo con Milanesio (e sui suoi contenuti).

La classica intervista di Martinet a Rollandin, insomma. Un’intervista che alimenta il personaggio del santone, del Padre Pio valdôtain, del mito del decisionista e dell’uomo della provvidenza. In centro pagina la foto del santone nel momento della preghierina esibita. Manca il dettaglio sulle lacrime e sulle stimmate, ma non disperiamo che Martinet ce le pubblichi a corredo della prossima intervista.

L’imbarazzante colloquio tra il giornalista di punta e il santo imperatore, accanto alle omissioni di cui sopra, ci ha però regalato una proposta strabiliante, un’idiozia allo stato puro, al cui confronto gli strafalcioni e i deliri del governo Caveri (telecabina, palacaveri, ecc.) impallidiscono. A un certo punto, infatti, il santone ci comunica che Aosta (paesotto di trentacinquemila abitanti) avrà la sua metropolitana. Metropolitana? Sì, proprio metropolitana, non quella leggera, di superficie, sulle rotaie del treno come da vecchia proposta di Riccarand. No, proprio una metropolitana sotterranea, con due linee (tenetevi forte) «dalla Cogne all’ospedale e da est a ovest». Di fronte a un’enormità del genere, con le dovute proporzioni una specie di ponte sullo stretto senza stretto, qualunque giornalista sarebbe trasalito, avrebbe chiesto spiegazioni, si sarebbe accertato che l’interlocutore fosse nel pieno possesso delle sue facoltà mentali, avrebbe approfondito. Martinet no. Per lui questo annuncio shock è filato via come se nulla fosse. È passato immediatamente alla domanda successiva. D’altronde la stessa stupidaggine è scritta nero su bianco nel programma di legislatura, e nessun giornalista (ma pare anche nessun politico) se n’è accorto. Incredibile.

Ma analizziamo il resto dell’intervista. Dopo un’introduzione in cui si fa capire di che pasta è fatto il santone, a suon di  «lavoro, tanto lavoro da fare», «recuperare il contatto semplice tra struttura e comunità», «farsi noi cittadini girando per gli uffici», l’intervista esordisce con una domanda che suggerisce la risposta, casomai l’imperatore si trovasse in difficoltà a parlar bene di sé: Ridurre i consigli di amministrazione significa eliminare posti di sottogoverno? Che risposta vi sareste aspettati? Sì? Ebbene, la risposta è stata: «Sì».

Seguono alcuni scambi di battute francamente imbarazzanti per un decisionista coi fiocchi. Finaosta? Heineken? «E’ in atto una discussione sulla collocazione di Finaosta. Non anticipo nulla. Così su Heineken. Studiamo». Studiamo? Ma come, studiamo? E il decisionismo? E le idee chiare? E dove è in atto quella discussione? In quali sedi? E in quanti siete a studiare? E l’esame quando ve lo facciamo?

Andrà meglio per il casinò? Martinet ricorda al santone (casomai se ne fosse dimenticato, mentre studia) che Fra le società partecipate c’è il Casinò. Amministratore unico e direttore generale. Chi?  «Niente nomi. La persona che va a gestire dovrà avere linee di indirizzo. Compito della politica darle, lui dovrà attuarle, senza confusione di ruoli. Devono essere due figure di alto profilo professionale che possano garantire in tempi rapidi la riorganizzazione che permetta il rilancio». Una risposta che non dice nulla. Quali sono le linee di indirizzo? Mistero, dovranno studiare. In cosa consiste la riorganizzazione? Studieranno (licenziamenti di massa?). La politica, che ha mandato il casinò alla rovina (l’assessore-impiastro Marguerettaz, il maggiore responsabile dello sfascio, è fedelissimo di Rollandin), se ne terrà alla larga? Macché: Compito della politica darle (le linee di indirizzo), lui dovrà attuarle. Grande libertà al manager. Ma almeno lui non dovrà studiare, gli dirà il santone cosa deve fare (quando avrà finito di studiare, s’intende).

Almeno l’empéreur avrà le idee chiare sulla privatizzazione? Acqua.  «…è fra le ipotesi, se ne è parlato e se ne parla in maggioranza». Sì, ma lei, presidente, che cosa ne pensa? «Niente, io mi allineo alla maggioranza». Niente? Ma come niente? Il decisionista, l’uomo della provvidenza, colui che ci deve risollevare non pensa niente su uno dei temi più importanti per il futuro della regione? Ma che farà invece di pensare, prega? Si allinea alla maggioranza? Ma che è, un’assemblea di sessantottini?
Non va meglio per i provvedimenti in grado di stimolare l’iniziativa privata. «Dobbiamo stabilire da parte nostra delle modalità di azione. Lo faremo». Cosa vuol dire “dovremo stabilire delle modalità di azione?” Quando le avrete stabilite, dopo aver studiato, passerete magari anche all’azione?
A questo punto dell’intervista, forse consapevole che la sua immagine di decisionista sta vacillando, Padre Rol piazza alcune botte.
Le zone franche montane, evocate forse a imitazione delle zone franche urbane previste dalla finanziaria 2008? Non si sa, non si capisce. «Zone franche montane in Media Valle, scegliendo meccanismi compatibili con le norme comunitarie. Sgravi fiscali e minimi costi alla fonte, riduzione delle tasse di produzione e trasformazione». Non è cosa che si possa fare senza un accordo con il Governo, e non se ne fa cenno nel programma di legislatura presentato in Consiglio, ma queste sono quisquilie.
Le fibre ottiche: unica parte concreta e non visionaria dell’intervista, con Rolli che ha la certezza di un accordo con la CVA per farle passare nelle sue tubazioni. E se la CVA non fosse d’accordo? 😉

Segue una parte dell’intervista con la solita manfrina sulla Valle d’Aosta incompresa dallo Stato (i nostri non sono privilegi, qui la vita è dura. Seee. Ecché, gli altri c’hanno scritto “Giò Condor”?).
Un po’ di fuffa e molto fumo negli occhi (le due commissioni all’opposizione).
L’umiliazione di Caveri («E’ un momento difficile per lui, lo capisco e mi spiace». Avrà pure pianto?).

Poi arriva la parte sul futuro fantasmagorico di Aosta, con la metropolitana e l’interramento della ferrovia (idea accattivante, quest’ultima, ma il progetto di fattibilità è vecchio di dieci anni, ed era stato abbandonato perché l’intervento costa una cifra folle).

Quasi alla fine Martinet fa una domanda cattivella, per la quale non avrà dormito la notte: Lei parla di riduzioni di costi della politica, ma ha fatto un assessorato in più, l’Ambiente. E qui il santone dà il meglio di sé, attenzione: «Ho aumentato l’efficienza di risposte fondamentali in urbanistica e pianificazione del territorio. Una non efficienza crea costi ben maggiori di avere un assessore in più».
Qualcuno di voi riesce a capire cosa significhi “aumentare l’efficienza di risposte fondamentali in urbanistica e pianificazione del territorio”? L’efficienza di risposte fondamentali? Ma in che lingua parla? Un linguaggio esoterico? E quando l’avrebbe aumentata questa efficienza? La notte prima dell’insediamento? Ci potrebbe dare una dimostrazione matematica di quanto affermato riguardo al risparmio?

La conclusione dell’intervista è un capolavoro. La proclamazione del santone. Sentite qua: Quando è stato eletto presidente si è commosso e si è fatto il segno della croce. Perché?
«Commozione legata alla responsabilità. Metterò tutte le mie forze per non deludere chi crede in me. Il segno della croce è perché dall’Alto qualcuno ci dia una mano. Mai come oggi è necessario».
Capito? «Chi crede in me». Le parole del santo. In collegamento diretto con qualcuno che sta in Alto, molto in Alto…

65 pensieri su “Rollandin santone subito!

  1. Per ora comincio dalla fine. Anche a me è rimasto impresso il segno del cristiano fatto da Augusto, quasi un gesto propiziatorio rivolto a Deus, in questo caso, il superiore stretto dell’Imperator.

    Un pò come Ronaldinho, che quando scende sul campo di calcio a Barcellona, fa il segno della croce per fare un goal. Come a dire che quando scende in campo Rollandinho ad Aosta il goal lui l’ha già fatto. Il segno del cristiano può venire anche dopo.

  2. “Ho aumentato l’efficienza di risposte fondamentali in urbanistica e pianificazione del territorio”. Diverse volte, provocatoriamente, ho fatto presente ai miei superiori che se intendevano “aumentare l’efficienza … ” problemi non ve n’erano: in luogo di complesse e articolate istruttorie dei PRG (piani regolatori comunali) per la loro approvazione, così come previste dalla legge urbanistica (votata in Consiglio, mica da noi funzionari), era sufficiente prevedere un semplice controllo della completezza degli elaborati (magari semplificandoli) e sopprimere tali istruttorie. I PRG sarebbero stati approvati nell’arco di una giornata o due con immensa soddisfazione dei Comuni. Probabilmente il Santone, la Zublena e la di Lei cognata (Direttrice della Direzione di urbanistica e in odore di Coordinatrice dell’Assessorato) stanno pensando a qualcosa del genere (e ad assumere a tempo indeterminato lo staff di consulenti pretestuosamente “imbarcato” in questi ultimi anni). Vi pregherei di seguire le vicende (soprattutto le nomine dirigenzialfiduciarie) di questo “nuovo” assessorato.
    Mi risulta comunque che i PRG in esame (e così rispondo a Vanni) si contino sulla punta delle dita (ai comuni questo adeguamento al PTP proprio non va giù, e non hanno tutti i torti).
    Per piacere, se qualcosa come suppongo, non risultasse chiaro, completo, sufficientemente semplice, possa dar luogo ad illazioni, avesse comunque bisogno di ulteriori approfondimenti, ditemelo chiaramente senza affiliarmi a nessuna casta e cercherò di fornirvele.

  3. Per par condicio (e solidarietà tra colleghi) chiedo un trattamento simile a quello di Martinet per l’intervista che ho fatto a Rollandin sul Corriere della Valle che troverete domani in edicola. Sono disposto a subire qualunque genere di critica. Buona lettura.

  4. Hai ragione, cercherò di essere cattivo anche con te. Ma dell’inceneritore gli avrai chiesto, almeno? Il tuo è un giornale cattolico, hai controllato le stimmate?

  5. Pensavo di essere permaloso che più permaloso non si può…finchè non ho provato b.c.

    Ps. 🙂

  6. Io ho l’impressione che, evolvendo evolvendo, proponendosi come interlocutore e referente per i politici, Milanesio abbia finalmente trovato l’interlocutore giusto. Anzi, non escludo che il bel programma comprensivo di metropolitana non sia addirittura farina del suo sacco più che del sacco di Rollandin. Insomma, non è da escludersi che per i prossimi anni non siamo di fronte, anziché ad una Monarchia (Rollandin), ad una Diarchia (Milanesio, la mente, Rollandin, il braccio). Quello che non sapremo mai è se e come si sono accordati tra di loro.
    per giorgio bruscia: per questa volta sei perdonato, la prossima volta ti appioppo alla casta dei “politici”!

  7. In questo periodo in cui tanto nessuno si preoccupa più se anche le più elementari regole del vivere democratico non vengono rispettate (Berlusconi nella Roma Cesarea, Rollandin e UV nella Roma Augustea), non dovrebbe essere difficile tirare su i calzoni al Casinò. Basterebbe creare, come dice Rollandin, una zona franca montana in cui sia possibile riciclare denaro di qualsiasi provenienza senza andare troppo per il sottile, magari facendolo entrare per una porta secondaria, o mettendo gli uomini giusti al posto giusto, una soluzione la si può sempre trovare!
    E perché non far giocare anche noi valdostani poveracci, invece di costringerci ad organizzare viaggi e comitive per recarci a Chamonix, Sanremo, Montecarlo. Almeno i nostri soldi resterebbero qui!

  8. Non avete capito: l’unico obiettivo di Martinet era dare nuova linfa alla rubrica di Macchiavello “Aspetta e spera”

    AM

  9. credo che mtbnews.it abbia proprio ragione. Basta mettere in fila una dopo l’altra tutte le cose che Rollandin ha detto che farà e fare quattro calcoli (di tempo e di soldi)!
    Parole, parole, parole,…
    Però Rollandin ha detto una grande cosa: ha detto la verità sull’inceneritore, contrariamente alle palle raccontateci da Caveri e Cerise. Di questo bisognerà rendergli merito. La cosa non vi sfuggirà.

  10. Bruno, Rollandin cosa avrebbe detto di diverso rispetto a Caveri e Cerise sull’inceneritore?

  11. Te lo anticipo dall’intervista rilasciata a F. Favre, Corriere della Valle)
    D. L’inceneritore resta una necessità per la Valle?
    R. Sulla base delle nostre valutazioni sì, almeno per quanto riguarda lo smaltimento della discarica. Portato a termine quel compito la tecnologia potrebbe aver fatto dei passi tali da farci prendere in considerazione altre soluzioni.
    Contrariamente a quanto ci hanno sempre detto Caveri e Cerise (ma che, almeno personalmente, mi pareva di aver già capito), l’inceneritore è stato pertanto pensato innanzitutto per ripianare la “collina dei corvi”.
    Poi, si vedrà. E se ci pensassimo subito, prescindendo appunto, dalla collina?
    In altra parte dell’intervista Rollandin sostiene che la nostra regione ha molto bisogno di spazi per le attività produttive (?). Il comune di Brissogne ha sempre avuto una gran voglia (prima che diventasse discarica) di destinare quelle aree (allora comunali o comunque ad usi civici) a capannoni artigianali.

  12. Mah, io non ci trovo grandi differenze. Anche Caveri e Cerise dicevano che si sarebbero bruciati i rifiuti della discarica. L’inceneritore è improponibile in Valle d’Aosta per una questione di numeri (non si producono abbastanza rifiuti), a prescindere dall’inquinamento. Però è un gran bel business, che a qualcuno interessa molto. Bruciando i rifiuti della discarica si fa quadrare il cerchio, ma solo in apparenza. L’operazione è rischiosa e complicata, senza precedenti al mondo (le discariche esaurite si bonificano e si lasciano lì), e probabilmente la gran parte di quei rifiuti non si potrà affatto bruciare. Ma lo si scoprirà solo dopo che l’inceneritore sarà stato costruito, e ci ritroveremo a importare rifiuti da altre regioni.
    Con la concorrenza di altri inceneritori (quelli piemontesi in primo luogo) non è neppure detto che questi rifiuti da importare ci saranno davvero. Così, nella migliore delle ipotesi rischiamo di trovarci un gran traffico di rifiuti in arrivo (e l’inquinamento dell’inceneritore). Nella peggiore un bel buco nel bilancio per il fortissimo (e a quel punto inutile) investimento.

  13. a me pare invece che il problema si ponga in termini leggermente diversi:
    1) se si dice che l’inceneritore è necessario perché la discarica è in via di esaurimento e occorre trovare una alternativa per il futuro (Cerise e Caveri), e già che dobbiamo costruirlo, ne approfittiamo per eliminare la discarica, la necessità della costruzione dell’inceneritore è data come un fatto indipendente dalla eliminazione della discarica;
    2) se si dice invece che vogliamo l’inceneritore per eliminare la discarica (Rollandin), a prescindere dalla necessità o meno della sua realizzazione per le sole necessità future (che potrebbero trovave soluzioni alternative), non si esclude la possibilità di soluzioni alternative valide qualora si decida di lasciare la discarica al suo posto come a suo tempo predisposto (al limite, se proprio si vuole eliminare la discarica si potrebbero trasportare altrove i rifiuti dove esistono impianti già in funzione).
    In sistesi il processo decisionale dovrebbe essere invertito e dovrebbe seguire questa logica:
    1) la discarica esistente deve restare al suo posto sì o no? (se no, perché non possiamo trasportare i relativi rifiuti in impianti già esistenti altrove?)
    2) esaminare il problema inceneritore sì o no alla sola luce delle esigenze future.
    Mi pare infatti che sia improponibile ed impensabile IN OGNI CASO dimensionare e costruire un inceneritore SOLO per risolvere un problema contingente (eliminazione della discarica), quando questo problema è risolvibile, al limite, in altro modo e credo con costi minori. O, se vogliamo, questo problema addirittura non c’è, perché la discarica è stata progettata per rimanere lì 150/200 anni.
    Credo di essere stato un po’ confuso.
    2)

  14. Ho poi letto l’intervista di Fabrizio Favre a Rollandin sul Corriere della Valle (la si può linkare da qualche parte?).
    Fabrizio chiedeva commenti…

    Rispetto all’intervista a Martinet le risposte sembrano più meditate, circostanziate. Sembra di capire, anche da questo, che si tratta di un intervista a domande e risposte scritte. Rollandin sembra avere le idee un po’ più chiare…
    (La verifica sulle stimmate non è stata effettuata).

    Noto che non si parla della metropolitana di Aosta, e che le “zone franche montane” (oggetto del titolo principale sulla Stampa) sono qui declassificate a “formula sperimentale”, per il momento mero oggetto di studio (sta studiando)…

    Come dice Bruno, c’è la decisione di costruire l’inceneritore. Su questo punto ho già commentato prima.

    Sul casinò, si intuisce il progetto (non è che R. ce lo dice chiaro, fa lo gnorri). E’ quello di privatizzarlo, dopo un periodo di transizione gestito da un amministratore unico di stretta osservanza rollandiniana, utile a rimettere insieme i cocci di cinque anni di disastro Marguerettazziano.
    Come privatizzarlo, ce lo dirà in seguito (deve studiare), ma qualcosa mi dice che non sarà con un appalto europeo come la volta scorsa (vuoi mettere? Tutti quei contenziosi…).

    Riflessione: Aurelio Marguerettaz è un fedelissimo di Rollandin, con il quale si consulta quotidianamente. E’ uno dei maggiori responsabili dello sfascio del casinò. Da quando lui è stato nominato assessore (2003) sono precipitati i dati sulle presenze e sugli incassi, e l’azienda è letteralmente sprofondata nel caos. Marguerettaz non è stato cacciato per manifesta incapacità. Anzi, è stato premiato con l’assessorato al turismo.
    Adesso il suo capo politico, che lo ha “consigliato” finora, si propone di rimettere in sesto l’azienda con una strategia opposta a quella presumibilmente da lui stesso suggerita in questi anni. Difficile interpretare questa strategia, ma di certo con un’azienda così svalutata è più facile trovare un compratore.

    Per il resto, non mi resta che ribadire un concetto già espresso. Il sistema di potere unionista (di cui quello rollandiniano è parte importante) (ehm) è basato sul controllo ferreo della politica su ogni aspetto della vita dei cittadini. Le quattordicimila preferenze sono dovute in larga parte ad aspettative personali e di gruppo dei moltissimi galoppini che hanno contribuito all’eclatante risultato. A promesse e ad accordi precisi, che adesso dovranno essere rispettati, con tanti saluti per il merito, la diminuzione dei costi della politica e altri bei princìpi che Rollandin non si fa scrupolo di evocare, sapendo di mentire. (Per esempio, perché Bruno Milanesio ha fatto la campagna elettorale per Rollandin? In cambio di cosa? I due non si erano mai amati, e come si sa Milanesio fu lo stratega del ribaltone del 1990. Qualcuno farà mai questa domanda?).

    Anche questa intervista rivela tante buone intenzioni di R. palesemente false (per i motivi che ho detto), qualche effetto speciale… e la barzelletta finale: Rollandin che conclude così: “[vorrei che questa legislatura fosse ricordata] per aver ridato al cittadino la certezza di quelli che sono i suoi diritti.
    Ma in un sultanato come la Valle d’Aosta di oggi, per dirla con Giovanni Sartori, non ci sono cittadinidiritti, bensì sudditi e favori.

  15. Bruno, non sei stato confuso, ma a me pare chiaro, dalla risposta di Rollandin a Favre, che l’inceneritore per lui è necessario, “almeno per quanto riguarda lo smaltimento della discarica”. O dici che è una risposta sibillina, com messaggi subliminali?

  16. Due ultimissime parole sull’inceneritore. NESSUN comune in VDA è disposto ad accettare sul suo territorio un inceneritore. L’unico è Brissogne (sindaco Cerise’s brother), ma ad una condizione: che gli brucino la discarica.

  17. si stanno incrociando le nostre risposte; Cerise’s brother vuole a tutti i costi che gli tolgano dai piedi la discarica.

  18. anche per quanto riguarda la vendita del casinò Rollandin ha già anticipato ad un giornalino locale (non ricordo quale) che occorre trovare il cliente “giusto” e che occorrerà fissare prima criteri e regole. Tradotto per il volgo: prima trovo il cliente “giusto”, poi gli costruisco l’abito ad hoc (criteri e regole). E’ ormai la norma, perfino per bandire i concorsi nella pubblica amministrazione. E poi chi non si ricorda tutta la buffonata della “commissione Bortoli”, Viérin imperante, il cui unico scopo era quello di sostituire la gestione precedente con una gestione “giusta”? Quanto ci è costata tutta questa vicenda?

  19. per quanto riguarda il “sultanato valdotain” credo che le sue origini possano essere rintracciate negli artt. 1 e 2 dello Statuto dell’UV, nonché in quelle che sul sito di quel mouvement vengono definite “Nos racines”, e cioè lo scritto “Esprit de victoire”, attribuibile ad Emile Chanoux ed alla sua cerchia. In verità, da più di venti anni, e in particolare dall’avvento di Rollandin a Presidente della Giunta (1983), il mouvement trova difficoltà insormontabili a conciliare il dettato del proprio statuto con l’evolversi della società valdostana prodottasi nel frattempo e la sua nuova fisionomia socioantropologica. Ne derivano delle “interpretazioni” dello statuto dell’UV talmente fantasiose che prendere sul serio sarebbe a dir poco ridicolo. Banalizzando all’estremo: appartiene all’ethnie valdotaine chiunque voti per l’UV, non vi appartiene chiunque voti in altro modo. O suddito, o nemico.

  20. postilla a futura memoria (de inceneritore)
    in questa valle di lacrime non muove foglia che sindaco non voglia e non c’è Rollandin che tenga. Diversamente da quanto prevede la legislazione statale, la quale, per le opere di interesse nazionale, può “bypassare” con apposita procedura i piani regolatori comunali, la Regione VDA, per le opere di interesse regionale, qualora il PRG comunale non le preveda, NON può fare altro che scendere a trattative con il comune, il quale ha di fatto un potere di VETO assoluto. Così vollero i sindaci con la legge urbanistica (in VDA le leggi le fanno i sindaci, per lo meno dai tempi di Viérin). Consiglio e Giunta regionale esautorati? ricattati? impotenti? Vedete voi.
    L’ultimo esempio clamoroso risale ai tempi dell’ampliamento del casinò (il decisionista era allora Andrione): senza entrare nei dettagli, il comune di Saint Vincent disse NO, NO, NO, al progetto di ampliamento del Casinò redatto dallo studio internazionale Belgioioso di Milano, già al livello di concessione edilizia o quasi. Perché NO? Perché NO. A meno che … e chiese la luna (Palazzetto dello Sport, un ospedale NUOVO in collina di Saint-Vincent per il quale fu SUBITO reperita l’area, e altre cose che non so). Come finì la storia? Con il sindaco di Saint-Vincent defenestrato, un rimpasto di Giunta regionale, il progetto Belgioioso nel cestino, l’affidamento del progetto al altro soggetto e successiva (finalmente!) realizzazione (quella che vediamo adesso), e altre cose che non so (a parte il Palazzetto dello Sport). E se cerise’s brother dice NO a qualsiasi impianto sul suo territorio, a meno che … (i puntini significano: non lo so)?

  21. Mi scuso per il ritardo. Ma non mi ero accorto che la discussione si fosse così ampliata. Da ieri ho messo on line l’intervista a Rollandin che uscirà sul mio blog in tre puntate. Per gli amanti del cartaceo il Corriere ovvaimente li aspetta in edicola. Vi propongo il link così chi vuole può andare a leggersela può farlo:
    http://impresavda.blogspot.com/2008/07/augusto-rollandin-questa-sar-la-mia.html
    Questa versione è un po’ più lunga di quella cartacea. Preciso che si è trattato di un’intervista in diretta con tanto di registrazione. Mi fa piacere che abbiate pensato che fosse scritta perchè significa che il lavoro è stato fatto bene. E’ vero, mancano le domande di tipo più politico, ma per ora il mio interesse va soprattutto alle scelte amministrative. Nei prossimi cinque anni, come ho già scritto in alcuni fondi sul Corriere (anche questi on line), la Valle d’Aosta si gioca parecchio e per questo le domande si sono concentrate su questi temi. Posso comprendere la vostra diffidenza nei confronti di Rollandin, ma in questo momento vanno valutati i fatti. La scelta di Trisoldi a capo della Cva, ad esempio, l’ho trovata valida. Se per caso una simile linea fosse adottata anche per Finaosta (dove da tempo si annunciano nomine di carattere politico) si sarebbe fatto un piccolo passo avanti per una normalizzazione di questa Regione.

  22. La vicenda casinò segue pari passo e dimostra, se ancora ce ne fosse bisogno, la pochezza della capacità gestionale di tutto quanto è nato o diventato di gestione regionale.
    La Cva serve a dimostrare che quello che è stato amministrato da “Guste” ha invece una tendenza diversa dall’andazzo misero delle altre realtà.
    Un palanchino che serve a muovere le pietre del scetticismo più convinto e delle voci che giustamente in modo critico si levano per chi ha a cuore il nostro futuro.
    La stampa è assente su tutti i fronti.
    Prima di chiedere cosa si ha intenzione di fare non sarebbe forse meglio avere un quadro preciso della situazione?
    Il Casinò di Sanremo a giugno ha avuto un incremento del +10%, quello di Campione del + 7,7%, quello di Venezia del +2% quello di Saint-Vincent un calo del -23%.
    Abbiamo qualche dato sul rapporto fra dipendenti e fatturato?
    Abbiamo qualche statistica che ci dimostri l’evoluzione fra incassi e utili negli ultimi 4 o 5 anni?
    Sappiamo quali settori stanno soffrendo di più e quali sono state le contromisure?
    Sappiamo quali sono le voci di spesa che portano ad una disparità così evidente fra la nostra casa da gioco e le altre realtà nazionali?
    Certo, questi dati sono disponibili.
    La loro elaborazione, un lavoro serio e completo che faccia capire a noi, semplici cittadini, dove è nato e cresciuto il problema questo non l’ho mai visto.
    Ogni tanto arriva un articolo o un intervista che pone semplicemente un tassello in più nella tanta confusione di chi legge.
    E’ possibile che non esista una stampa che voglia dedicare un pò del suo tempo per portarci dei “Report” (e il nome non è scelto a caso) fatti come si deve, in modo imparziale ed oggettivo, che ci possano offrire un panorama chiaro ed esaustivo sulle varie situazioni esistenti oggi nella nostra piccola realtà?
    Casinò, Forte di Bard, Sav, Trafori, Gestione rifiuti, CVA, Mont Avic, agricoltura, gestione industriale, artigianato ecc.ecc.
    Su tutto qualche parola sotto forma di scarni comunicati che lasciano spazio alle interpretazioni più variegate e che dicono tutto e il contrario di tutto.
    C’è una grande mancanza in Valle ed è quella di avere un’informazione corretta e completa; il rischio di una magra figura di chi in questi anni ha gestito il tutto con leggerezza e incapacità c’è tutto.
    Non riesco a capire se quello fra l’informazione e potere politico è un patto di non belligeranza o se manca la materia prima per affrontare ed elaborare questo tipo di ricerche e pubblicazioni.

  23. Sono considerazioni interessanti. Credo sul mio blog, in virtù della mia attività su Corriere e Sole, almeno su alcuni temi, di avere fatto un lavoro che va in questa direzione, ovviamente tutto è perfettibile. Ti invito a visitarlo. Trovi il link nel blog di Vincenzo che gentilmente me lo ha concesso.

  24. Favre, il tuo blog lo conosco da tempo e ritengo che abbia molte cose interessanti da un punto di vista di approfondimento su certi temi e su realtà a noi vicine ma che non conosciamo abbastanza.
    Prendendo ad esempio l’argomento CVA è certamente interessante l’esposizione dei numeri di cui parliamo e che ci rendono bene l’idea delle dimensioni finanziarie di questa realtà.
    Ecco, forse potrebbe essere altrettanto interessante anche se certamente impegnativo approfondire l’argomento dandone un’idea globale, considerandone l’evoluzione occupazionale nel corso degli anni, le ricadute nell’indotto per quello che concerne gli investimenti fatti, le modalità di assegnazione delle gare d’appalto delle centrali in costruzione, le modalità di assunzione del personale, l’incidenza % che comporta il tanto decantato sconto energetico sulle famiglie valdostane, ecc.ecc.
    Complimenti comunque.

  25. mi associo a ghianda per le sue osservazioni. Per quanto concerne rollandin, egli non ha mai amato (per fortuna!)gli “imprenditori” che hanno fatto scuola nei partiti o nei sindacati. Preferisce gli imprenditori veri, quelli che si sporcano le mani. Anche di questo gli diamo atto in relazione alla scelta del nuovo amministratore di CVA. Vista la sua formazione e i suoi trascorsi giudiziari siamo però ancora un po’ prevenuti, nonostante i suoi pentimenti e le sue invocazioni all’Alto. Non c’è nessun dubbio (credo) che anche gli imprenditori imprenditori che sceglierà debbano rendergli il dovuto hommage lige. Però sappiamo che Rollandin ha anche sempre avuto una propensione personale per gli affari (i trascorsi ce lo confermano). Quindi pensiamo che bisognerà “controllarlo” giorno per giorno, minuto per minuto, secondo per secondo, seguirlo in ogni movimento, insomma. E’ già un bel lavoro per l’opposizione, se lo vorrà, questo lavoro di controllo e di monitoraggio continuo. Poi c’è l’altro grosso problema, quello di “costruire l’alternativa” democratica allo Stato Partito, come alcuni giustamente dicono, un’alternativa sana e credibile.
    p.s. avete notato che Air Vallée, appena insediatosi Rollandin, ha trovato il cliente giusto, che prima era “in attesa”? Sarà casuale o avrà aspettato di avere le garanzie necessarie per poter effettuare l’acquisto? Rollandin per il momento ha (ufficialmente) dato la sua adesione a programmi di ampliamento e investimento.

  26. e così parte dell’opposizione (il PD) sembra volersene lavare le mani del problema del rispetto delle regole (ineleggibilità) per non disturbare il manovratore e ci dice: pensateci voi cittadini. Che delusione! Vatti a fidare dei partiti e delle loro promesse preelettorali! Eppure si tratta di un problema fondamentale per la democrazia (anche se nel merito poco cambierebbe)! Le nostre speranze nel nuovo si stanno lentamente spegnendo di fronte alla “politica politicata” che sembra continuare indisturbata: opportunismi politici, calcoletti da retrobottega, ecc. mascherati dietro a nobili principi.

  27. Hai proprio ragione Bruno.
    Questi primi passi compiuti in modo silenzioso e furtivo dall’opposizione ci fanno capire che il risultato elettorale è quanto mai giustificato.
    Troviamo dolorose conferme.
    Sembra che le forze dell’opposizione pongano come bene essenziale l’arma dell’astensione.
    Intanto in tutto questo lavar di mani, qualcosa emerge dal torbido.
    E’ l’arma dell'”andate avanti voi che se poi ci sembra utile vi seguiamo”.
    Ne prendiamo atto e dobbiamo essere capaci di fare il passo successivo; quello che li metterà in imbarazzo.

  28. Caro Bruno credo che tu abbia equivocato.
    Se una parte dell’opposizione (il Pd) ha risposto in un certo modo, lo ha fatto perchè vuole essere chiaro con tutti e non per lavarsene le mani ( sei un pochino ingrato nei nostri confronti); dicevo chiari con tutti compresi i signori che fanno parte di quell’amalgama che vuole essere l’opposizione che sta a sinistra.

    Come tu ben sai c’è già un partito che da tempo si vuole presentare come il campione della sinistra, parlo di Valle d’Aosta Viva, ma che purtroppo di sinistra non è, e che già al suo interno ha problemi di rappresentanza con Renouveau. Anche perchè il sigor Roberto Louvin ha già chiamato a raccolta gli scontenti del Pd, per ingrossare le proprie fila a buon prezzo, ma credo che pochi dei nostri si siano fatti trascinare da queste sirene.

    Nel panorama politico valdostano sono in molti che aspirano a sedersi sulla poltrona di un nuovo partito, ma non dovrà certamente essere il nostro a portare le truppe. Noi non accettiamo questi metodi di cooptazione nè tantomeno possiamo accettare decisioni prese all’interno di questo partito ( che ha un rappresentante egemone di natura), e presentate su un foglio di carta pronto solo per essere controfirmato. Noi vogliamo prima discutere con la gente e sapere se la gente ci segue. Basta…mandare avanti come è già stato fatto, simulacri di associazioni che avrebbero dovute essere la rappresentanza della volontà del popolo. Si era capito chiaramente, come per i vari referendum, che chi stava dietro a tutto questo erano noti e “vecchi personaggi”. Dunque se la gente vuole un’azione, ebbene ben venga quest’azione, ma che sia veramente la sua volontà. Siamo stanchi di vedere come il potere lo si voglia conservare solo con l’atto di sedersi sopra ad una poltrona e comandare. Bisogna fare, agire, pensare, inventare qualcosa di nuovo come ha fatto il Pd. Non è più sufficiente posarci sopra il cappello! Chi vuole approfittare di questa situazione senza capire cosa sta dietro a questo nuovo partito, credo che si sbagli di grosso.

  29. comunque stiano le cose, questo ricorso è da fare. Altrimenti, a partire da domani mattina, mi sento anch’io “legittimato” (mi autolegittimo, come il Consiglio regionale) a sbattermene di qualsiasi regola. Tanto è questo l’esempio che mi danno quelle stesse persone che le regole le hanno scritte.
    p.s.: se quella che conta è la volontà popolare, al di là delle regole, perché non sopprimiamo la “buffonata” della convalida in Consiglio regionale?

  30. Autolegittimazione. comunque non mi preoccupo. Berlusconi ha già detto, più o meno, che in autunno tutte le regole verranno abolite: la gggente lo vuole. Probabilmente Rollandin plaude: anche le pppeuple le veut.
    Efficacia ed efficienza nella PA. Pilatone, ecco un esempio, sulla scia (così vuole) della legge regionale sui segretari comunali. Lo stesso dicasi per i dirigenti regionali.

  31. Carissimo ghianda, evitanto di essere polemici e visto che abbiamo ripreso a colloquiare, vorrei che tu fossi più chiaro, e sarei soddisfatto se mi vorrai spiegare a quale opposizione ti riferisci e perchè ti allinei a bruno quando lui in maniera generica, fa riferimento al Pd come partito pilatesco?

    Ad un primo esame “finestra”, l’opposizione qui in Valle conta per quello che può contare, visti i risultati elettorali che anche molti che stanno scrivendo qui hanno contribuito a renderli così poco accettabili.

    Ad un secondo esame, l’opposizione, quella non allineata con l’Uv ( come fa intendere essere quella di Fi e che al suo interno la presenza di An, non mi sembra in perfetta sintesi…) cioè quella delle componenti autonomiste – Renouveau e VdViva – stanno viaggiando per conto loro. Anzi, se non sbaglio, neanche tanto allineate, visto che chi ha due consilieri vuole essere più egemone di chi ne ha tre!

    Ad un terzo esame l’Opposizione, quella che noi chiamiamo di centrosinistra, si riduce al Pd (con tre consilieri) che a questo punto deve cercare di essere la più credibile possibile nei confronti del suo elettorato “tutto” che l’ha sostenuto. Questa è la linea del Pd, e non altro, senza inciuci e pretese di cooptazione da parte di nessuno.

    Noi un programma l’abbiamo e mi sembra che Raimondo Donzel l’abbia esposto a tutti i livelli e ovunque. I consilieri Pd non sono lì come si dice, per pettinare le bambole nè tanto meno per lavarsene le mani.

  32. Ti rispondo volentieri Giorgio.
    Quando abbiamo avuto quella piccola disputa circa il tuo cognome che involontariamente ho sbagliato a digitare poichè scrivo quasi sempre d’istinto e ho il vizio spesso di non rileggere attentamente, Erika scrisse che forse il problema era nato per il fatto che invece tu sei abituato per tua natura a ponderare scrupolosamente le parole e a valutare attentamente quello che scrivi.
    Cercherò quindi di spiegarti bene quello che intendevo quando ho postato la mia approvazione a Bruno e prendo spunto dal tuo post nel farlo.
    La mia approvazione stava nel fatto che, secondo quanto detto da Bruno, il PD avesse rinuciato a proseguire per altre vie democraticamente e legalmente consentite la vicenda dell’ineleggibilità dei famosi 3 consiglieri regionali.
    Questa vicenda che nasce dalla famosa nuova legge elettorale sembra più a una commedia pirandelliana che ad una seria e ben valutata scrittura quale dovrebbe essere una legge così importante.
    Abbiamo da un lato una rigorosa e impegnativa limitazione alla partecipazione e alla nascita di nuove forze con l’obbligo delle famose firme per la presentazione delle liste e dall’altro apprendiamo che il legislatore (che non si sa bene più chi possa essere stato poichè ormai sconfessato da tutti UV compresa) pone delle limitazioni di eleggibilità che a guardar bene riguarderebbero molti più eletti di quei poveri 3 che sono diventati oggetto di discussione.
    La posizione titubante del PD nel sostenere le iniziative che sono arrivate nel sostenere questo approfondimento circa questo principio di ineleggibilità sancito dalla legge stessa è una cosa che mi lascia forti perplessità e mi fa trovare in accordo con quanto scritto da Bruno.
    Nel tuo post ci sono cose che non mi piacciono.
    Tu scrivi:
    Ad un primo esame “finestra”, l’opposizione qui in Valle conta per quello che può contare, visti i risultati elettorali che anche molti che stanno scrivendo qui hanno contribuito a renderli così poco accettabili.

    Questa frase è inquietante.
    Lo è perchè sembra che il candidato proposto libermanete, in piena coscienza e armato della propria buona volontà debba già conoscere a priori la propria forza “elettorale”. Debba sapersi contare e sapere quanta carne può mettere al fuoco.
    Sembra che la colpa di un messaggio non passato e non riconosciuto dagli elettori sia colpa di chi si è proposto e non nel messaggio stesso, non abbastanza chiaro e non abbastanza condiviso.
    Il “secondo esame” non l’ho capito bene poichè vi è un’apertura di parentesi ma non è seguita dalla chiusura e a seconda di dove la metto cambia completamente il senso della frase.
    Il “terzo esame” mi sembra un pò forzato perchè in pratica, se ho ben capito, viene affermato che il PD ha bisogno del consenso di tutto il suo elettorato per poter avallare le decisioni che vengono prese in Consiglio e più in generale nella attività politica.
    Ma di quali inciuci stiamo parlando?
    Di quale pettinamento delle bambole?
    A me sembra che uno dei primi impegni presi sia stato quello di dare garanzie all’elettore sull’osservanza delle norme e delle leggi previste senza che questa maggioranza soffocante potesse interpretarle secondo il suo uso e consumo.(La qual cosa è successa proprio in questo caso specifico).
    Se poi la volontà è quella di voler vedere fantasmi dappertutto e l’unica preoccupazione è quella di sentirsi legittimati solo dalle iniziative che vengono proposte all’interno del proprio guscio e si declina ogni decisione su quanto nasce e cresce intorno ad esso allora credo che la sterilità non sarà solo un incidente di percorso ma diventerà un triste e monotono percorso di vita politica.

  33. Sì Ghianda, hai perfettamente ragione su quanti scrivi del secondo esame finestra. Ho sbagliato a fare il copia incolla (non scrivo di getto come fai tu) prelevando erroneamente il periodo incomprensibile. Lo riporto qui e anche se è un pò circonvoluto, è più facile a capirsi.

    « “Ad un secondo esame, l’opposizione, quella non allineata con l’Uv ( come fa intendere invece essere quella di Fi, seppure al suo interno la presenza di An, non sembra in perfetta sintesi…) quella composta dalle componenti autonomiste – Renouveau e VdViva – sta viaggiando e agendo in maniera del tutto indipendente. Anzi, se non sbaglio, anche tra loro non sono tanto allineate, visto che chi ha due consiglieri vuole essere più egemone di chi ne ha tre! “»

    Poi un’ultima cosa. Non credo di avere detto cose inquietanti, ma solo cose reali e accadute. Sappiamo come, in contrasto con la tua spontaneità, un singolo personaggio (e non era il solo) erogasse pacchetti di voti in maniera indistinta e a scalare, e cioè: il pacchetto maggiore andava a quel partito che si obbligava a garantire un ritorno “tangibile” maggiore di cose sicure da esaudire… Mano a mano che scendeva “il ritorno”, questo pacchetto si riduceva proporzionalmente nella quantità di voti. Sino a non dare nulla a quel partito che non garantiva assolutamente nulla. Come il Pd, ad esempio. Ecco perché parlo di inciuci.

    Caro Ghianda questi non sono fantasmi, ma uomini in carne ed ossa. Uomini preposti a fare questo mestiere. L’attività di questi “signori” potresti descriverla anche tu, senza scandalizzarti eccessivamente, però.

  34. se non sono indiscreto, chi erano quei personaggi che erogavano pacchetti di voti e a scalare? e chi ne ha usufruito?

  35. Entro nella discussione per dire che il gruppo regionale del PD ha votato contro alla convalida dei 3 Consiglieri, quindi la sua posizione è piuttosto netta!
    Ora in merito al ricorso una forza politica dell’opposizione senza PD, Arcobaleno e RV ha deciso di dare avvio ad un comitato di cittadini e quindi ben venga…
    Ora vorrei parlarmi di un’eseperienza e spiegarvi perchè a questo punto è meglio lasciar fare ai cittadini.
    Ero entrata, prima di candidarmi, a far parte di un comitato di cittadini contro l’inceneritore. Ho seguito i loro dibattiti, mi sono iscritta alla loro mailing list e in campagna elettorale credo di aver fatto il possibile per far emergere il problema.
    Bene, passato il 25 maggio, ho deciso di partecipare alla loro riunione e sono stata attaccata perchè appartenente ad un partito mentre quel comitato voleva essere libero di agire senza nessun partito dietro.
    Questa critica ahimé mi arrivava da persone che sono state in lista ben prima di me e che fanno politica da ben più tempo di me, ma capito che non ero ben accetta ho deciso di andare via da quella riunione e non partecipare più a quel comitato.
    Studierò e parlerò di inceneritore all’interno del partito, collaborando certo con quel comitato, ma lasciandolo libero di agire.
    Non credevo che la mia presenza potesse dare tanto fastidio, ma naturalmente accetto la critica e cerco di imparare da questa esperienza.
    Ora mi piacerebbe che prima di sparare a zero si cercasse di capire. Capisco che spesse volte leggendo alcune notizie si può mal interpretare, ma avete letto un comunicato di RV o ARCOBALENO? No, perchè è legittimo che siano i cittadini a essere disgustati. Anzi ben vengano! Ahimé non esiste solo il bianco o il nero, ma ci sono tanti colori e tante sfumature….
    Intanto la festa del PD sta andando a gonfie vele.
    Un bel clima, tanta bella gente, tanta musica e allegria.
    VENITE A TROVARCI!!!! Magari venerdì che c’è anche il dibattito sull’infomazione.

    P.S. PER BRUNO: gli amministratori hanno accolto molto volentieri la mia proposta di discutere nella prox riunione con loro di PTP. Potrebbe essere l’8 per la festa del PD di Issogne. Oltre a te ci sarebbe un altro tecnico, ma ci sentiamo per accordi. Grazie ancora della disponibilità!!

  36. Un sentito ringraziamento ad erika che ha consentito di sottolineare quanto in effetti la realtà superi l’immaginazione…a volte. Gaber diceva che un uomo ha bisogno di spaziare con la propria fantasia e che trova questo spazio solamente nella sua democrazia, che ha il diritto di votare e non deve passare la sua vita a delegare e nel farsi comandare.

    Ma come dice erika ed il sottoscritto, noi abbiamo trovato una nuova libertà. E questa, non è la libertà di star sopra un albero e guardare gli altri fare e disfare a proprio piacimento senza ascoltare nessuno. La libertà è partecipazione. Dunque…se questa ci permette di capire che la nostra volontà non è quella di voler vedere fantasmi dappertutto ma di capire ed essere legittimati a fare proposte valide, indipendentemente dall’appartenenza ad un partito, allora avremo trovato la chiave per prospettare una politica nuova e produttiva.

    Il nostro guscio ha assunto una prerogativa che prima non aveva. Ha la facoltà di ampliarsi e di accettare e accogliere al proprio interno anche ospiti desiderosi di capire e di ragionare sulla vera politica.

  37. Credo di essere un pochino tardo o comunque non molto informato perchè non ci ho capito un tubo del discorso di Giorgio sui personaggi dispensanti voti a cascata.
    Circa poi “L’attività di questi “signori” potresti descriverla anche tu, senza scandalizzarti eccessivamente, però.”, ammetto di essere proprio uno tagliato fuori dal giro e in tutta sincerità non so come funzionino queste cose.
    Anzi, se puoi essere un pò più esplicito forse riusciremo a capire tutti un pochino meglio certi meccanismi che stanno dietro le quinte e non sono ben visibili ai semplici elettori, categoria alla quale appartengo.
    Per Erika sono contento che la Festa stia andando bene; l’avvicinamento delle persone fra loro e la socializzazione passa anche attraverso questi momenti.
    Sono contento che Giorgio abbia trovato nella partecipazione la propria libertà.
    Un dubbio mi rimane sull’accoglimento nel guscio per parlare della vera politica; chi stabilisce qual’è la vera politica e quale invece non lo è?
    Senza polemica, ovviamente.
    Un saluto.

  38. – La Vera Politica –

    “Non lascerò senza difesa

    la parte debole della città.

    Chiusure di fabbriche,

    licenziamenti e sfratti

    troveranno in me una diga

    non facilmente abbattibile.

    Tutta la vera politica sta qui

    nel difendere il pane e la casa

    della più gran parte

    del Popolo Italiano”.

    Giorgio La Pira

  39. Vedo ogni giorno fabbriche vuote tirare a campare.
    Vedo i discount pieni di gente in cerca di un inutile sconto.
    La casa è diventata un peso difficile.
    La vita di tutti i giorni pure.
    Eppure la mia vita non è cambiata nel corso degli anni.
    E dicono anche che sono fra i più ricchi d’Italia.
    Allora forse mi prende un pò il magone.
    Ripenso a mio nonno taxista a Parigi.
    Sono passati 70 anni e la storia forse ha fatto il giro dell’orologio.
    La politica ci ha coperto di speranza e di miserie.
    Il nuovo mi sembra un travestimento del vecchio.
    Un misero declino all’invito di presentare il proprio conto.
    Pochi eletti saranno salvati.
    Una sorta di tragico slogan religioso.

    Ghianda

  40. Caro ghianda,
    ti invito a seguire il Consiglio di oggi e il primo intervento del Segretario del nostro partito.
    Ecco la differenza. La difesa dei più deboli, il rispetto delle leggi.. Ecco cosa deve guidare la politica vera. Vorrei farti notare l’intervento di Cerise che invita i consiglieri di maggioranza a parlare. Un uomo solo al potere..non si parla nemmeno più. Per fortuna arriva un fedele a sostenere le tesi di SAINT-QUATORZE MEULLE!
    Per quello che riguarda le fabbriche ho conservato una lettera messa nello stipendio di maggio che elogiava il governo regionale. Vorrei farti notare che nessuno più sciopera o picchetta in questa Valle. Va tutto a gonfie vele???? Spero che prima o poi altre persone inizino ad indignarsi come TE! Però fallo con coscenza. Segui gli atti concreti e non le parole che trovi sui giornali. Sarei felice di vederti attivamente in uno dei nostri circoli per discutere dei veri problemi che affliggono ognuno di noi. E’ partita una petizione come partito che puoi firmare anche online proprio sul tema su cui stiamo dibattendo.
    http://www.partitodemocratico.it/salvalitalia/
    Se veramente sei indignato FIRMA!
    A PRESTO.

  41. Rollandin vuole dallo Stato il rispetto delle regole e regole chiare!
    Ieri chiedeva allo Stato il rispetto delle regole per quanto riguarda il patto di stabilità e la manovra finanziaria.
    Oggi chiede regole chiare per l’apertura di nuovi casinò (in occasione della votazione di un ordine del giorno in Parlamento).
    Caro Rollandin, come ci insegna Lei e la sua maggioranza, le regole bisogna “interpretarle”, non rispettarle! Non pretenda dallo Stato e dai cittadini quel che Lei non pretende dalla sua maggioranza! A proposito, perché non la smettiamo di scrivere leggi (da interpretare), e non scriviamo invece linee di indirizzo, oggi tanto di moda e meno impegnative per tutti?

  42. Caro Bruno eccoti un’ANSA da commentare…..

    12:39 REGIONI: VDA; CON GIUNTA ROLLANDIN MENO INCARICHI FIDUCIARI

    (ANSA) – AOSTA, 26 LUG – Con la Giunta Rolladin, insediata il primo luglio, l’apparato burocratico della Regione autonoma Valle d’Aosta è stato messo a dieta: nonostante sia stato istituito il nuovo assessorato dell’Ambiente, gli incarichi dirigenziali fiduciari sono passati da 14 a dieci ed i posti dirigenziali fiduciari sono rimasti 149 come nella Giunta precedente. Il tutto ha portato a un risparmio di poco inferiore a 300mila euro all’anno.

    E’ quanto emerge dalla delibera con la quale la Giunta ha definito le strutture organizzative dirigenziali e stabilisce la graduazione dei livelli dirigenziali ed i criteri per il conferimento dei relativi incarichi. Individuate le strutture, nelle prossime settimane la Giunta provvederà a nominare i vari dirigenti quattro livelli: 20 di livello 1A, 56 di 2A, 64 di 3A (tra cui i nove segretari particolari già nominati) e quattro di 3B.

    Secondo la nuova impostazione la macro struttura organizzativa dell’Amministrazione, al cui vertice rimane il Segretario Generale, figura istituita nel 2006, è suddivisa in nove rami che coincidono con la Presidenza della Regione – che assolve anche le competenze di Prefettura – e gli otto assessorati. Nel primo livello sono inquadrati i coordinatori; nel secondo il direttore; nel 3A i capi servizio ed il comandante dei vigili del fuoco, mentre del livello 3B fanno parte i collaboratori con funzioni specialistiche di studio e di ricerca che saranno impiegati nel Servizio gestione e controllo programmi comunitari, nel Dipartimento opere pubbliche e edilizia residenziale, nel Dipartimento difesa del suolo e risorse idriche, nella Direzione urbanistica.

    Più in generale, l’organico dei gli oltre 2mila dipendenti della Regione autonoma Valle d’Aosta è articolato in 19 Dipartimenti, 52 Direzioni e 48 Servizi. (ANSA).

  43. 1) non è cambiato assolutamente niente rispetto a prima, o meglio Rollandin ha voluto cambiare il meno possibile (ha dimagrito l’abnorme gabinetto personale creato da caveri, se non sbaglio);
    2) chi ha esteso la notizia dell’ANSA, forse inconsciamente, ha chiamato gli incarichi dirigenziali con il nome che di fatto loro compete: “fiduciari”. Per legge non sono tali (non sono tali neanche gli incarichi di coordinatore): dovrebbero invece essere assegnati per “merito”.
    3) non è chiaro se 149 sono le “caselle” previste sulla carta o sono quelle che verranno effettivamente riempite: nelle passate legislature l’organigramma era un casellario simile ad una gruviera, con tanti buchi (direzioni e servizi) che rimanevano vuoti, o perché occorreva tenere il posto caldo per qualcuno, o in attesa di sistemare qualcun altro;
    4) vedo che sono ancora rimasti quattro dirigenti di livello 3B (collaboratori con funzioni specialistiche di studio e di ricerca), di cui uno nel Dipartimento difesa del suolo e risorse idriche e uno nella Direzione urbanistica: si tratta in questi due casi (non conosco gli altri due) di “demansionamenti” a tutti gli effetti nei confronti di due persone che meriterebbero entrambe ben altro: nel primo caso si tratta del geologo Franco Bonetto, vincitore a suo tempo del concorso per geologo regionale, persona retta e capace, messo da parte perché ritenuto “non abbastanza malleabile” e pertanto sostituito con persona più malleabile (il geologo Massimo Pasqualotto, recentemente condannato in appello per omicidio colposo per non aver avvertito chi di dovere (la Protezione civile e mr. Viérin) in occasione della frana di Comboé pur in presenza di segnalazioni di grave pericolo da parte delle apparecchiature installate); nel secondo caso dell’arch. Ermenegildo Del Degan, l’unica persona rimasta nella Direzione di Urbanistica ad avere una buona competenza in questa materia, ma anch’egli ritenuto “poco malleabile”. Personalmente ho molta stima di entrambi. Franco Bonetto ha in corso una causa di demansionamento nei confronti della Regione ed anche per questo viene “punito”. In pratica non ha niente da fare. Ermenegildo Del Degan sopravvive occupandosi di altro (è Assessore in comune di Saint Pierre) e praticamente in ufficio non c’è mai perché non ha niente da fare neanche lui; quando non ha altri validi motivi per assentarsi prende aspettativa. Così si premia il merito in VDA.
    5) Il tutto conferma che l’Assessorato all’Ambiente, di nuova creazione (comporterà un nuovo coordinatore, attenzione a chi sarà), altro non è che un puro e semplice scorporo dei servizi prima facenti capo a Cerise, senza nessun nuovo compito e funzione (é sempre un mistero quel che la Giunta intende fare a proposito di adeguamento del PTP e dei PRG; l’ipotesi più probabile è che non lo sappia neanche lei)
    6) Attenzione: l’incremento di personale per lo più inutile che di fatto, in tutta Italia, ed anche in VDA, viene “mascherato” ed utilizzato in modo abnorme è quello che si ottiene con gli incarichi a tempo determinato e non quello qui previsto; quanti sono quelli che questa Giunta eredita dalla Giunta precedente e che cosa ne farà? E come proseguirà per il futuro? (Gli incarichi a tempo determinato servono anche a “selezionare” il personale per poi “sistemarlo” al posto giusto alla prima occasione, magari con formali concorsi ad hoc, snaturando lo spirito della costituzione.)
    Recentemente sulla Stampa sono comparsi alcuni articoli assai interessanti da cui emergeva che quasi tutte le Regioni hanno lievemente diminuito il personale di ruolo ed aumentato però conemporaneamente in modo abnorme il personale a tempo determinato.
    Risultato finale: notevole aumento del personale pubblico, per lo più giustificato da motivazioni di tipo esclusivamente “politico”. La VDA non dovrebbe proprio fare eccezione, anzi dovrebbe figurare in buona posizione.

    p.s. in merito alla riforma dell’apparato amministrativo, e in particolare della 45/95, sono tuttora pienamente valide le proposte e le osservazioni che a suo tempo ho trasmesse a Vincenzo Calì e a Giovanni Sandri.
    ciao bruno.

  44. 1) non sembra praticamente essere cambiato niente rispetto a prima (forse un dimagrimento di alcune unità nel superaffollato gabinetto caveri);
    2) l’estensore dell’ANSA, forse involontariamente, è incorso in un lapsus molto significativo: ha qualificato come “fiduciari” i posti dirigenziali (149!), dando loro il nome che effettivamente ad essi compete; in effetti, per legge, non sono affatto posti fiduciari (neanche quelli da coordinatore d’altronde), ma posti da assegnarsi per “merito”! (cosa si intende per merito?)
    3) il comunicato ANSA non precisa se 149 sono i posti complessivamente previsti, i quali verranno ricoperti con nome e cognome, oppure no. Nelle legislature precedenti si trattava di una gruviera, con una quantità enorme di direzioni e servizi previsti ma che poi non venivano ricoperti: erano caselle tenute in caldo per qualcuno oppure disponibili nell’evenienza di voler sistemare qualcun altro.
    4) 52 Direzioni e 48 Servizi: una follia (più Direzioni che Servizi)! Ci sono pertanto addirittura delle Direzioni senza Servizi sottostanti. Buona parte delle Direzioni sono infatti Servizi mascherati da Direzioni (es. Direzione di urbanistica). In fase di prima applicazione della legge era stato fissato il criterio, non scritto, che potesse essere costituita una Direzione (salvo casi particolari), laddove ad essa facessero capo almeno 3 Servizi. Evidentemente ora sono tutti casi particolari!
    5) Vedo che vengono ancora mantenuti 4 posti dirigenziali di livello 3B (collaboratori con funzioni specialistiche di studio e di ricerca), di cui uno nel Dipartimento difesa del suolo e risorse idriche, l’altro nella Direzione urbanistica (gli altri due non li conosco). Si tratta, al di là del nome pomposamente pomposo, di incarichi “demansionanti” a cui non corrisponde nessuna specifica funzione. E’ il cestino del computer. Nel primo caso si tratta di Franco Bonetto, già vincitore del concorso per la qualifica di geologo regionale, persona capace, retta e competente, ma ritenuta poco malleabile, e pertanto sostituito con persona più malleabile (il geologo Massimo Pasqualotto, di recente condannato in appello per omicidio colposo per non aver avvertito chi di dovere – la Protezione civile e mr. Viérin – della pericolosità della frana di Comboé così come segnalata dalle apparecchiature). Franco Bonetto è anche “punito” per aver intentato una causa di demansionamento avverso la Regione. Nel secondo caso si tratta dell’arch. Ermenegildo Del Degan, l’unica persona rimasta nella Direzione di urbanistica ad avere una buona competenza in questa materia, anch’egli ritenuto poco malleabile. Sia l’uno che l’altro sono praticamente tenuti in quasi totale inattività. Così viene premiato il merito!
    6) Attenzione: non traggano in inganno i numeri sopra riportati: in VDA, come in tutte le altre regioni, le file dei dipendenti pubblici vengono ormai ingrossate non con gli organici, ma con gli incarichi a tempo determinato (precari), di chiara scelta “politica”: quanti sono quelli che l’attuale Giunta eredita dalla Giunta precedente e cosa farà in futuro?
    7) E’ chiaro che il nuovo Assessorato all’Ambiente (che necessiterà di un coordinatore: attenzione al nome!) è unicamente uno scorporo di alcuni servizi “fastidiosi” dall’Assessorato al Territorio e non rappresenta nulla di nuovo (ancora mistero fitto su aggiornamento del PTP e adeguamento dei PRG, ma probabilmente la Giunta non ha assolutamente le idee chiare, come non le avevano le Giunte precedenti).

    p.s. sono tuttora totalmente valide, a proposito di pubblica amministrazione e di riforma della 45/95 le osservazioni che a suo tempo avevo trasmesso a Vincenzo Calì e Giovanni Sandri.
    ciao bruno

  45. altro p.s.
    visto che si parla di riforma della 45/95, non si sa in che senso, consiglio di apportare alla attuale legge solo una leggera modifica, in conformità con il lapsus dell’ANSA:
    dire esplicitamente in legge che tutti gli incarichi e posti dirigenziali sono fiduciari e smetterla di riempirsi la bocca, sempre in legge e su dichiarazioni, stampa, ecc. di meritocrazia, efficacia ed efficienza ed altre palle del genere. Sapremmo tutti che cosa vuol dire e nessuno avrebbe nulla da recriminare. Su, politici e sindacati, un po’ di coraggio, invece di continuare a prendere per il culo le persone!

  46. Ringrazio Bruno per questi dettagli che portano a conoscenza dettagli per chi, come me e altri tantissimi cittadini, non conoscono un fico secco della complessa macchina regionale.
    L’unica cosa che mi è sempre parsa evidente è che questa macchina sia diventata un mostro per dimensioni e per diversificazione.
    Sono figlio di contadini e quindi ho la tendenza a riportare sul piano pratico quanto leggo anche perchè il più delle volte i numeri puri e semplici non assumono il giusto significato se non rapportati alla vita di tutti i giorni.
    La spesa per il personale regionale è di circa 1.000 €. a testa. Ogni cittadino valdostano spende ogni anno 1.000 €. per i servizi che l’amministrazione dà loro.
    Ho provato a pensare alla mia famiglia e alle famiglie a me vicine per capire in quale forma tutte queste persone potessero usufruire di tali servizi in un modo così importante.
    La scuola e la sanità sono ovviamente escluse, come sono esclusi i servizi comunali.
    Mi sforzo di capire cosa rimane e come si giustifichi tale spesa.
    Naturalmente non trovo risposte perchè risposte concrete ed oggettive non credo esistano.
    C’è ovviamente imbarazzo nel considerare che molto del benessere che caratterizza la nostra piccola realtà è frutto di un’elaborazione fantasiosa dei ruoli e alla creazione fittizia di lavoro senza alcuna utilità sociale effettiva.
    Certo ognuno avrà pure il suo da fare nella circolazione della carta.
    Credo che indefinitiva ognuno riesca addirittura a autogiustificare l’utilità del proprio ruolo come essenziale e di grande rilevanza per la vita di tutti noi.
    Cambiare sarà difficile perchè occorrerebbe minare tutto quanto l’apparato costruito in funzione di tale ragione d’essere.
    Apparato coccolato e garantito a destra come a sinistra perchè anima stessa dell’assurdità dei nostri giorni; assurdità che garantisce quel precario equilibrio nel quale ci troviamo costretti a vivere.

  47. Altri due lapsus dall’ANSA RTOLLANDIN
    1: Più in generale, l’organico dei gli oltre 2mila dipendenti della Regione autonoma Valle d’Aosta è articolato in 19 Dipartimenti, 52 Direzioni e 48 Servizi.
    I DIPARTIMENTI SONO DIVENTATI 20!!!
    2. Il tutto ha portato a un risparmio di poco inferiore a 300mila euro all’anno.
    MI PIACEREBBE FOSSERO FATTI I CALCOLI. CON UN ASSESSORE, UN COORDINATORE E UN SEGR PART IN PIU’ NON CREDO CI SIANO STATI TAGLI…

    Sulla riforma della 45 che dici, si aumenteranno i posti? Effettivamente 149 sono pochini!!!! Soprattutto calcolando che alcuni servizi non hanno dipendenti sotto di loro. Sono curiosa di vedere la riassegnazione del personale….

  48. 149 dirigenti regionali sottoposti a spoil system ad ogni starnuto della Giunta regionale sono infatti un po’ pochini. A livello nazionale, in tutta l’Amministrazione della Giustizia, su tutto il territorio nazionale, pare che siano un centinaio o poco più: fate voi le relative proporzioni.
    52 Direzioni e 48 Servizi (in tutto 100): o si tratta di inutili doppioni, per cui il numero andrebbe ridotto intorno alla cinquantina, oppure si tratta di Servizi in gran parte mascherati impropriamente da Direzioni (probabilmente è una combinazione delle due cose), in ogni caso sarebbe necessaria una buona sforbiciata. Sarebbe IN OGNI CASO opportuno che la maxiorganizzazione delle strutture venisse nuovamente attribuita al Consiglio, anziché lasciata alla Giunta regionale; questo eviterebbe il proliferare e l’abbondare di strutture (Direzioni e Servizi) inutili e create ad hoc per sistemare la persona del momento, con grave pregiudizio della bontà complessiva dell’organigramma.
    Le Direzioni e i Servizi dovrebbero comunque essere sottratti al sistema dello spoil system, una aberrante applicazione delle leggi Bassanini che ha come unico scopo quello di “fidelizzare” tutto l’apparato amministrativo in barba al principio costituzionale che vuole che nella pubblica amministrazione si acceda per concorso pubblico (se così non si vuole fare, si dica almeno in legge che si tratta di posti fiduciati, senza prendere in giro il cittadino con paroloni come meritocrazia, premiare i migliori ed altre palle del genere a cui crede ormai solo più chi non ha conoscenza in presa diretta dell’Amministrazione).
    Lo spoil system dovrebbe essere riservato in linea generale alle sole figure apicali o coordinatori che dir si vogliano.

    gossip ma non troppo: pare che come coordinatore della sig.ra Zublena in Béthaz sia in arrivo Rubbo figlio di Rubbo, excoordinatore segretario di Giunta. Anche i meriti si tramandano di padre in figlio. Scalpita, com’era prevedibile, l’arch. Fulvio Bovet, già dipendente regionale per un paio d’anni alla Direzione di urbanistica, scappato perché non gli hanno offerto subito un posto da Direttore (glielo diede la CM Monte Emilius), sommo “interprete” di legislazione urbanistica e di PTP. Sono praticamente suoi (in collaborazione con i sindaci) i provvedimenti “applicativi” ed “interpretativi” della legge urbanistica regionale, come sono sue (in collaborazione con i sindaci) le norme di attuazione (con relativa “interpretazione”) per l’adeguamento dei PRG al PTP (come sapete ormai le leggi si interpretao, non si applicano). Siamo ben messi!

    P.s. Dopo che Rollandin ha inserito nel suo programma la riforma della legge 45/95, (non si sa però in che senso), tutto il fronte sindacale si sta muovendo! Prima la CISL, ora il SAVT, dicono che è una delle riforme prioritarie. Non dicono però in che senso: probabilmente aspettano indicazioni da Rollandin.

  49. dirigenti regionali:
    20 di livello 1A (coordinatori od assimilati) + 56 di livello 2A (Direttori od assimilati) + 64 di 3A (capiservizio ed assimilati, vedasi segretari particolari) + 4 di 3B (collaboratori con funzioni specialistiche di studio e ricerca ovvero 4 persone praticamente inutilizzate e rinchiuse in cella d’isolamento) = TOTALE 144 e non 149.
    Questi i dati forniti dall’ANSA.
    Mancano all’appello 5 persone.

  50. Chiederei a Courthoud la cortesia di rinviarmi il materiale sulla legge 45 che mi aveva fatto pervenire via mail. Ho la mail ma non trovo più l’allegato. Grazie. In merito poi all’analisi concordo che parlare di dieta è un po’ troppo ottimistico.

  51. reality e psicodrammi in regione
    scoppia in lacrime Annalisa Béthaz, cognata di Zublena, direttore della direzione di urbanistica, quando apprende che non le è bastato questo merito acquisito per ottenere il posto di coordinatore prima di andare in pensione, un vero smacco. Purtroppo non le sono più bastati i suoi mentori storici (vedasi Caveri). Il coordinatore sarà, come anticipato, Rubbo figlio di Rubbo (Rubbinson).
    Torna in Regione trionfalmente Fulvio Bovet, sommo “interprete” della legislazione regionale, come anticipato: a lui la direzione ambiente (quella dell’inceneritore): che un dio ci benedica.
    Voce del popolo (non allineato): sempre peggio. manca solo, nell’elenco dell’organigramma e dei requisiti necessari per accedervi nome e cognome.
    Meriti eccelsi anche per la sorellina Zublena: è già coordinatrice da qualche parte (sistema informatico o giù di lì).
    PER PIACERE: va tutto bene, ad una condizione però, in vista della chimerica riforma della pubblica amministrazione: non parlate PIU’ di meritocrazia ed altre palle del genere, introducete in legge il principio dell’incarico fiduciario e siamo tutti contenti.
    Si parla dell’abolizione dei concorsi (sarebbe anticostituzionale): di fatto li hanno già aboliti.
    La Zublena dice che in Svizzera non fanno tante storie per gli inceneritori: sta Svizzera (patria di negrieri, diceva Andrione) va e viene a seconda di come fa comodo (vedasi quorum e referendum).

    Intanto aspettiamo l’autunno, quando Berlusconi allungherà la mano “politica” anche sulla magistratura, e poi potremo salutare definitivamente lo stato democratico di diritto.

  52. fedele nei secoli ovvero l’indissolubilità del matrimonio.
    E’ il caso della sig.ra Cazzaban, s suo tempo oscuro e giovane funzionario della Predidenza del Consiglio, i cui meriti sono stati subitaneamente riconosciuti da Albert Cerise, il quale l’ha sottratta all’anonimato e ne ha fatto un suo Direttore all’Assessorato al Turismo, di cui era Assessore. Trasferitosi al Territorio, se l’è portata con sé, come Direttore all’Ambiente. Ora Cerise è andato al Consiglio e la sig.ra Cazzaban lo seguirà: fedele nei secoli ovvero matrimonio (amministrativo) indissolubile.
    Anche i funzionari sono diventati tuttologi e jolly, proprio come i politici: un grande passo avanti grazie alla riforma 45/95.

  53. per Fabrizio Favre
    ti ho inviato quanto richiesto. Il problema non è solo e soltanto quello di una “dieta”. Il problema vero è quello della distinzione tra funzioni amministrative e funzioni politiche, ripristinando quanto voluto dalla costituzione (al pubblico impiego si accede mediante pubblici concorsi e non mediante surrettizie cooptazioni politiche). E poi il politico faccia il politico e il funzionario il funzionario (con relativi DOVERI ovviamente). Lo spoil system è altra cosa.

  54. Forse anche noi non faremmo tante storie se effettivamente producessimo tanti rifiuti da giustificare tale scelta. Forse se si pensasse ad un inceneritore di ultima generazione anziché ad un inceneritore a griglia, primo nato e sicuramente più nocivo di altri… (vd. http://it.wikipedia.org/wiki/Inceneritore)…
    Forse se non si volesse continuare con questa follia di far sparire la vecchia discarica…
    Mi sembra però che vogliano spostare il problema e se chiedessimo alle persone il perchè dell’inceneritore non saprebbero che è dovuto alla scelta di bonificare quel posto e non allo smaltimento dei rifiuti.
    MA FABRIZIO, SECONDO TE COME MAI NON FUNZIONA L’INFORMAZIONE?!..O SEMPLICEMENTE LA GENTE NON SEGUE PIU’ E SI SOFFERMA SOLO AI TITOLI?

  55. Non posso che concordare con Bruno.
    In merito alle dichiarazioni di Zublena oggi leggo che cita la direttiva europea del 17 giugno. Ma l’ha letta’. La sostanza è che il riciclo è meglio degli inceneritori.
    In più la Cossione Europea ha predisposto una “guida per la gestione dei rifiuti in aree di montagna” che sconsiglia di costruire inceneritori in queste zone. Ma forse non siamo più un territorio di montagna???
    Ora però visto che di questo ne parlo sovente con la gente mi rendo conto che nessuno ha capito che l’inceneritore è fatto per smaltire la vecchia discarica, ma sono tutti convinti che lo si faccia per non diventare come Napoli (siamo pari a mezzo quartiere di quella città e la differenziata da noi ha ben altre percentuali), nessuno sa che verranno prodotte tante ceneri da sommergere Issogne…
    Chiedo a tutti voi, ma in particolare a Fabrizio: la responsabilità è dei politici che non sanno spiegarsi o magari dell’informazione??? Che soluzione intravedete?
    A presto….

  56. Bisogna, prima di discutere ulteriormente dell’inceneritore (sì o no) spiegare chiaramente che appunto, il problema politico preliminare è un altro:
    1) nessun comune valdostano vuole l’inceneritore, a meno che lo si faccia in comune di Brissogne,
    2) il comune di Brissogne (sindaco Italo Cerise, fratello di Albert Cerise), è disposto ad accogliere un inceneritore ad una sola condizione: lo smantellamento della collina (quelle aree hanno sempre fatto gola a molti e dovevano essere destinati a insediamenti produttivi: se non sbaglio erano già state vendute dal comune di Brissogne all’imprenditore Follioley, che, certo, non le ha lasciate gratuitamente alla Regione per la discarica).
    Se si prescinde dalla discarica (progettata per rimanere lì 150/200 anni con evidenti costi aggiuntivi), il problema assume contorni e dimensioni totalmente diversi.
    La PRIMA decisione da prendere è pertanto questa: la collina, almeno per il momento, rimane ancora lì o la smantelliamo (la si potrebbe anche spedire in Germania).
    Questo equivoco di fondo sta completamente alterando il problema relativo al futuro smaltimento dei rifiuti.
    Una piccola malignità: se non gli smantellano la collina, pensate che Cerise sia ancora d’accordo sull’inceneritore sul suo territorio?
    Tutta la vicenda conferma comunque che i sindaci (il Celva)decidono, la Giunta regionale obbedisce, il Consiglio regionale ratifica.

  57. cara Annalisa Béthaz in Lupo,
    cerca di consolarti, so che sei a Cannes, nella tua seconda (terza o quarta?) casa. Neanche questa volta non hanno riconosciuto i tuoi giusti meriti e non ti hanno nominata coordinatore, dopo la troppo breve esperienza a fianco di Riccarand, nonostante l’Assessore sia tua cognata e tu a suo tempo le avessi creato un posto ad hoc nell’organico del tuo ufficio. Ingratitudine di questo mondo, la tua fede cristiana ti sarà certo di aiuto in questo momento critico. Sono sicuro che tutti i tuoi colleghi (e soprattutto le tue colleghe), e tutti i tuoi excolleghi (e soprattutto le tue excolleghe), ti sono vicini in questo momento di grande dolore.
    gossip dell’ultimo minuto: pare che la poltrona del geologo Massimo Pasqualotto sia a rischio frana: ma non aveva appena ricevuto attestati di solidarietà da parte di Cerise Albert e del sindaco di Pollein (frana di Comboé)?

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  60. avremmo da rivedere con urgenza:
    la legge elettorale comunale (es. soppressione dell’elezione diretta del vicesindaco) in quanto le elezioni comunali sono prossime (revisione richiesta anche da Gerandin, presidente del CELVA, il quale detta l’agenda a Giunta e Consiglio regionale);
    la legge elettorale regionale (ne ha accennato lo stesso Rollandin);
    le norme sul referendum (abolizione del quorum)
    ed invece il Santone distrae l’attenzione di tutti con la richiesta allo stato italiano di una improbabile e improponibile modifica alla legge elettorale europea! Ricominciamo con la demagogia!

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  62. Rollandin ci ha detto più volte, dopo la nomina di Frigerio al casinò, che la regione si sarebbe limitata a fornire le linee di indirizzo. Per il resto, piena autonomia a Frigerio. Credo che pochi gli abbiano creduto. Per chi gli avesse invece creduto, dobbiamo allora pensare che le recenti nomine nello staff di Frigerio di Giancarlo Voyat (a quanto si dice unionista in quota Viérin), già direttore dei giochi, poi estromesso e demansionato per chissà quali motivi, reintegrato nelle sue mansioni, per riconosciuto demansionamento, dal giudice del Lavoro (ah, questo problema del demansionamento!), e di (udite, udite) Ivo Collé, trombato manager della politica, costituiscano linee di indirizzo, e non scelte manageriali. A meno che l’autonomia di Frigerio sia come quella dei dirigenti regionali: “fai tutto quello che vuoi, purché tu faccia quello che dico io”. Per il momento dunque, come da facili previsioni.

  63. Frigerio, nello scegliersi i collaboratori, non ha guardato in faccia nessuno (a nessuno, direbbe di Pietro) e non ha subito nessuna pressione dalla politica e non ha ascoltato nessun suggerimento né richiesta da chi ha lo ha nominato. E i partiti non ci sono entrati per nulla. Se ne sono stati correttamente lontani e indifferenti.
    Frigerio ha scelto, sulla base del merito, il meglio che c’era nel mercato italiano, anzi che dico italiano, europeo, anzi che dico europeo, mondiale.

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